I “Canti del Salmone” non hanno riferimenti. O meglio, li prendono in considerazione per imboccare la strada in senso inverso. “Go against the grain until the end”, ma sul serio.
Nei 30 minuti di viaggio cinematico, sulle voci, non sappiamo se il cuore, ma di sicuro il fegato dell’album ĆØ rappresentato da “A la ligne”.
Poema epico sul lavoro alla catena, romanzo in versi senza eguali nella contemporaneitĆ . Joseph Ponthus traduce in parole i rumori (esterni) dell’industria alimentare e quelli (interni, i pensieri) del nuovo (..) operaio. Lavoratore consumato dall’assenza di prospettiva che non sia il presente continuo.
La letteratura, la cultura, nella sua funzione più alta, salvifica e amorale, nel bel mezzo di un mattatoio.
Leggendolo, in italiano, avevamo compreso la musicalitĆ intrinseca dell’opera. Che appare, in tutta la sua forza, nella lingua madre.
Alcuni capitoli suonano giĆ , in testa, pronti per l’uso (e l’abuso) del canto esteso.
Scelto il 58, significante e significato, emergevano subito le linee vocali.
Erano giĆ lĆ , alla superficie, nella lettura.
Il pensiero era di un scarto, nella forma, non nella musicalitĆ , usando (?) un musicista e uno strumento che non fosse la (nostra) voce. La scelta – facile – cadde su Maurizio Iorio, per Distorsonic e soprattutto per il suo approccio sonoro, diverso ma uguale al nostro. Per dirla con Giorgio Gaslini, un’idea di musica totale che inglobi (e se ne freghi) dei generi.
Avendo giĆ in mente le melodie vocali, abbiamo chiesto al bassista una sequenza di pattern di bassi distorti e trattati.
Due (sole) regole di partenza.
I 72 BPM, richiamo e sottotesto alla traccia 7 di Robert Ashley, e la tonalitĆ in MI minore.
Il resto – al buio – ĆØ stata farina dello Iorio, che cosƬ descrive la sua sessione.
“Quando Simone mi chiese di collaborare nella stesura di un brano del suo disco, mi diede solamente due vincoli: i bpm con cui registrare la parte musicale e la tonalitĆ con cui avrebbe cantato il brano.
Per avere un’ idea più precisa del tipo di stato d’animo e di atmosfera che la musica avrebbe dovuto comunicare, chiesi di poter conoscere il testo con cui il brano avrebbe avuto forma compiuta.
La cellula da cui sono partito per dare una forma alle note, ĆØ stata successivamente scartata. Non l’avevo ritenuta importante, man mano che procedevo. La sua funzione era stata quella di dare fuoco alle polveri, animare la testa e la mano.
Il basso elettrico ĆØ stato suonato “sfigurando” il segnale originale con l’impiego di alcuni effetti a pedale, un delay, un distorsore e un synth wah, per imprimere alle diverse parti una caratteristica timbrica precisa, che esaltasse le singole parti con cui era stata pensata la musica.
Quando ebbi modo di ascoltare il brano completato, rimasi colpito dalla voce di Simone. Nonostante conoscessi alcuni dei suoi dischi, e quindi la sua tecnica vocale, rimasi impressionato dall’andamento che conferiva la sua voce al brano.
La voce si muove seguendo una linea imprevedibile e assolutamente personale. Rimango ipnotizzato ogni volta che lo ascolto.” (Maurizio Iorio)
In studio, per non maccheronizzare (troppo) il nostro francese, abbiamo avuto la tutor Roberta Gerardo ad accompagnarci (correggerci).
Curioso che le due voci utilizzate, col sottoscritto che pensava ai fonemi, da fonatore impazzito, abbiano ripercorso la sinusoide del testo, appoggiandosi (rimbalzandoci sopra) al corpo di bordoni distorti.
In francese, ed ĆØ successo pure col sardo di “Luxi de is navigantis”, a dispetto della frequentazione assidua della cultura francofona (ma letta tradotta, dunque tradita il giusto), il canto ignora istintivamente il detto e si focalizza sul fonema.La voce diventa (solo) uno strumento musicale: a fiato, polmonare, ossigeno e cavitĆ . “A la ligne” doveva essere cosƬ. Testo indispensabile del ventunesimo secolo.
Metallo delle voci e delle corde del basso elettrico.
“Al mattatoio / Nelle giornate brutte / Scompariamo sotto la produzione di animali morti / Un ammasso di ossa di frattaglie / Carne / Sangue.
Non ci crediamo / Non ci crediamo più / Cumulo di accumuli.
Allucinazioni da troppi animali morti / PerchƩ / Per chi.
Ci fanno male la schiena le braccia dappertutto ma ci crediamo alla fine del giorno del mese / Ai soldi presi per i nostri dolori per la nostra schiena o le nostre braccia / C’ĆØ la notte senza fine d’infiniti corridoi.
Nelle giornate belle / C’ĆØ tutto quello che non ha un peso cosƬ grande.
Le nostre canzoni / Le nostre parole / Va bene in fondo / Un lavoro ĆØ sempre un lavoro.
Al mattatoio / Ci crediamo / Però / Un giorno / Alla scomparsa del lavoro / Ma quando cazzo / Ma quando.”
(Traduzione di Ileana Zagaglia, 2019 / 2022)


