Se la voce si estende, cerca e sposta in lĆ i limiti, le barriere, l’interpretazione diventa tutto.
Il materiale altrui non ĆØ cover. Nelle parole di un (pezzo di) romanzo, di una poesia, si crea una nuova materia: sono le voci che la definiscono, la ricostruiscono.
A volte la migliore maniera per impossessarsi, con la voce (quindi con il corpo), di un’opera altrui ĆØ tradirla.
Riprodurre tutto, minuziosamente, la struttura sonora (musicale): 108 volte quella frase, a 72 bpm, con 7 cambi di stanza e un lavoro di mix e volumi.
Ma cambiando la lingua di quella (semplice) frase.
Dall’americano (inglese) all’italiano.
“She was a visitor” ĆØ (era e sarĆ ) un’idea post moderna dell’opera e dell’uso (esteso?) della voce.
In un contesto urbano, elettrico ed elettronico, di rumore e dettagli, di ambienti che diventano la fonte primaria e parole, testi, che diventano (ritornano) fonemi, ipnotici, avvolgenti.
Robert Ashley espone quel nucleo: che ĆØ il suono, subliminale, senza soluzione di continuitĆ , del pianeta terra nell’era della comunicazione.
https://www.enomisossab.com/cd/i-canti-del-salmone/



