Io sono Linguaggio, Tu sei Linguaggio, Noi siamo Linguaggio.

Io sono Linguaggio, Tu sei Linguaggio, Noi siamo Linguaggio.

“Noi siamo difficili. Gli esseri umani sono difficili. Siamo difficili per noi stessi e per gli altri. E siamo un mistero verso noi stessi e gli altri. Affrontiamo più difficoltà in un giorno qualunque della nostra vita rispetto alla maggior parte dei lavori artistici più intellettuali.
Perchè si crede che poesia, prosa, pittura, musica dovrebbero essere meno di quel che siamo’?
Perchè la musica, perchè la poesia dovrebbero rivolgersi a noi in termini semplicistici, se quando tali semplificazioni fossero applicate alla descrizione del nostro io interiore le troveremmo avvilenti?
Penso che l’arte abbia un diritto – non un obbligo – di essere difficile se lo desideri. E, da quando la gente prende spunto da tutto ciò per parlare di elitarismo contro democrazia, vorrei aggiungere che mockingbirdl’arte genuinamente difficile è veramente democratica. E che la tirannia richiede semplificazione. Questa idea non è mia, è stata espressa molto meglio da altri.
Penso immediatamente al classicista tedesco e studioso di Kierkegaard Theodor Haecker, che subì quello che fu chiamato “esilio interiore” durante il nazismo, e tenne un diario notevole del periodo, sopravvissuto miracolosamente malgrado la casa distrutta dai bombardamenti alleati.
Native_American_basketball_team_cropHaecker sostiene, riferendosi soprattutto ai nazionalsocialisti, che una delle cose che gli ingegneri del tiranno mettono in atto – furbescamente – è la banalizzazione grossolana del linguaggio, in quanto la propaganda richiede che la mente collettiva risponda primitivamente a slogan di instigazione. Ogni complessità del linguaggio, ogni ambiguità, ogni ambivalenza implicano intelligenza. Forse un’intelligenza sotto ricatto, forse un’intelligenza impaurita dalle conseguenze, ma ciò nonostante un’intelligenza che funzioni nei requisiti e nelle rivelazioni..che resista, comunque, alla semplificazione tirannica.”
GeoffreyHill1