II. Sinapsi de “La merce perfetta”
“…
20.2 Studi neuropsicologici sulla glossolalia religiosa.
La glossolalia religiosa viene in genere prodotta in stato di trance. Durante numerose forme di trance è stata documentata una modificazione dell’attività di alcune strutture dell’emisfero cerebrale destro…
L’attivazione dell’emisfero non linguistico in queste circostanze favorisce la glossolalia, una forma di vocalizzazione molto complessa, con una forte creatività a livello fonologico e morfologico, nella quale non è tuttavia presente alcun riferimento di tipo semantico; viceversa la glossolalia tende a indurre stati modificati di coscienza. La presenza di una notevole tendenza alla ripetizione (ecoismi) e di schemi prosodici simili al canto è un ulteriore indice neurofisiologico di un’aumentata attivazione funzionale dell’emisfero destro durante tali stati di coscienza. Difatti, studi di neuropsicologia clinica hanno evidenziato che l’emisfero destro è specializzato nel canto e nell’espressione di canzoni, poesie o preghiere apprese e utilizzate in maniera stereotipata.
Si può quindi ragionevolmente sostenere che le strutture neurofisiologiche gerarchicamente più alte, che si attivano negli stati di estasi con produzione di espressioni glossolaliche, sono quelle corticali e sottocorticali dell’emisfero destro. Durante alcune forme di espressione glossolalica, particolari strutture dell’emisfero destro giungono ad assumere il controllo e a guidare con modalità innovative i processi fonologici e lessicali sviluppati nei centri linguistici dell’emisfero sinistro. Ne risulta così una produzione vocale nuova, ma che sottosta ancora ad alcuni vincoli fonologici e lessicali della lingua madre del soggetto, anche se all’orecchio di ascoltatori comuni suona come una lingua straniera, caratterizzata da una spiccata tendenza alla ripetizione di gruppi sillabici e alla cantilena.
L’assenza di contenuti semantici e contemporaneamente la presenza di una notevole creatività vocale concorrono a determinare una delle caratteristiche principali della glossolalia, ovvero la capacità di indurre stati di estasi collettiva mediante una forma molto efficace di ‘contagio emotivo’ tra l’individuo glossolalico e gli ascoltatori. Chi ascolta le espressioni glossolaliche prodotte da un individuo in estasi non si limita quindi a percepirle, ma di fatto tende a ripeterle a voce alta, come fanno i bambini, oppure a un livello subliminale, o ancora a un livello più interiorizzato. La ripetizione esteriore, o interiorizzata, serve a ricreare nell’ascoltatore le stesse condizioni neuropsicologiche che sostengono lo stato di trance in chi si sta esprimendo con modalità glossolaliche. Da una generale condizione di maggiore attivazione dell’emisfero cerebrale sinistro, quale si riscontra durante gli stati ordinari di coscienza, l’ascolto di un espressione glossolalica prodotta da un individuo in estasi tende a modificare la ‘dominanza cerebrale’, a favore di una maggiore attivazione dell’emisfero cerebrale destro. Una situazione di estasi collettiva favorisce inoltre comportamenti di gruppo più disinibiti, sia a livello verbale, sia nel comportamento sociale, sessuale e alimentare…”
Paragrafo tratto da “Neuropsicologia dell’esperienza religiosa” di Franco Fabbro, Casa Editrice Astrolabio.