1 ROMEO VENTURELLI
“Romeo Venturelli” arriva dalla preistoria, dalla fine dei Der Tod.
Originariamente era qualcosa di loureediano, chitarristico, una piattaforma semplice di accordi – ideati con Carlo Odasso – dove far esplodere la voce.
Tre lustri dopo si è trasformato in un funk-blues bianco, con un piccolo omaggio a Fela Kuti.
La ritmica sono i Mambo Melon: Gabriele Grosso e Marco Bognanni.
Gli accenti, i particolari, saxofono e tastiere, farina del sacco di Antonio Marangolo, il musicista giusto (in bilico tra jazz e pop) per rifinire un numero così bizzarro.
Abbiamo utilizzato l’italiano esasperando i suoni – lunghi – delle vocali e sottolineando i cambi di colore.
Take One canoro in due tappe (..).
Il testo è un’apologia dell’epopea mancata di Meo Venturelli, il più grande talento (giovanile) nella storia del ciclismo e forse dello sport italiano.
Un fenomeno che buttò nel cesso, noncurante, una carriera da potenziale Campionissimo.
Soffocata dall’indisciplina, le donnine e i Campari alle tre di notte.